City Angels: accoglienza e ascolto per le persone senza fissa dimora

I City Angels hanno attuato un progetto di gestione dell’emergenza nell’emergenza con un lavoro di equipe che ha permesso di occuparsi di persone in situazioni di estremo disagio.

Iorestoacasa” non solo uno slogan per i social, ma una disposizione governativa: come attuarla per le persone senza fissa dimora?  

È partito dalla necessità di trovare una soluzione tempestiva a un problema concreto e immediato il progetto “#stateacasa e senzatetto ai tempi del coronavirus” dei City Angels Varese, finanziato da Fondazione Comunitaria del Varesotto attraverso il Fondo Insieme per Varese con un contributo di 8.000 euro. L’osservanza delle restrizioni di carattere normativo, volte a evitare spostamenti anche sul territorio comunale, vedeva una difficile applicazione per le persone senza fissa dimora, così i Servizi Sociali del Comune di Varese hanno richiesto all’Associazione nazionale City Angels Italia di attivarsi e coadiuvare il Comune nella gestione dell’emergenza, attuando un progetto di accoglienza anche diurna delle persone senza fissa dimora ospiti dei due dormitori del Comune di Varese, situati nello stabile comunale di via Maspero, ossia il Centro Emergenze comunale e il Dormitorio per l’Emergenza freddo. 

#stateacasa e senzatetto ai tempi del coronavirus

«Ringraziamo Fondazione Comunitaria del Varesotto per aver messo a disposizione risorse importanti, per realizzare un progetto importante. All’inizio del lockdown, insieme ai Servizi Sociali del Comune di Varese ci siamo chiesti come garantire lo “state a casa” alle persone che una casa non ce l’hanno, i senza fissa dimora, e in particolare gli ospiti dei due dormitori comunali. Con il contributo ottenuto da #insiemexvarese abbiamo attuato un progetto di accoglienza continuativa diurna e notturna in condizioni di sicurezza dal punto di vista igienico con tutti i presidi necessari e abbiamo gestito anche momenti di convivenza “forzata” tra persone che non sono sempre “semplici”. Il finanziamento ci ha consentito anche di mettere in campo figure generose, nostri volontari, ma qualificate: assistente sociale, psicologa e operatori specializzati a gestire situazioni legate a estrema povertà e disagio» spiega Andrea Menegotto, coordinatore City Angels Provincia di Varese.  

«L’emergenza sanitaria ci ha portato a un tempo paralizzato e sospeso, si è cercato di dare un senso a questo tempo per gli utenti, un tempo nel quale ciascuno potesse narrarsi ed essere così ascoltato. Ho potuto guardare volti, conoscere nomi e ascoltare storie, nonché silenzi e angosce che si celavano dietro a loro. Andare verso la sofferenza non è stato però solo un movimento fisico, inteso come andare in dormitorio, ma anche relazionale e spirituale, ciascuno cioè ha potuto avere uno spazio mentale nel quale potersi confrontare e dare un senso a ciò che stava accadendo e quindi si è cercato di comprendere come riorganizzare il tempo, come ricostruire pezzi della propria identità e provare anche a riconquistare una progettualità interiore perduta spesso nel corso della loro esistenza. Grazie al lavoro di equipe si è potuto raccogliere una serie di bisogni che rendono complessa la situazione della persone spesso dare soddisfacimento a questi» racconta Chiara Pozzi, psicologa, City Angels 

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